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HISTOIRE D’E part 2 “between language and object”

A Roma e ad Atene si svolge in contemporanea Histoire d’E, mostra curata da Paolo Cortese e Francesco Romano Petillo, che vuole rendere omaggio a Mirella Bentivoglio nel suo duplice ruolo di curatrice e artista..

Histoire d’E narra storie di donne, di amicizie, di legami e di separazioni. Racconta di come negli anni ‘70, le artiste donne abbiano iniziato a scrivere la loro storia indipendente; di come il totale disinteresse da parte del mercato permise loro di sperimentare in piena libertà.

Testimonia Francesca Cataldi: “La profonda ingiustizia che subivamo all’epoca si rivelò in realtà una grande opportunità e, da una prospettiva storica, fu la nostra fortuna”.

In Italia fu Mirella Bentivoglio ad accendere i riflettori su questa discriminazione generalizzata raccogliendo, in una rassegna curata per la Biennale di Venezia del 1978, oltre 80 artiste provenienti da tutto il mondo che lavoravano tra linguaggio e immagine.
Spiega Bentivoglio nel catalogo: “Smaterializzata in passato nella sublimità astratta della sua pubblica immagine, parallela alla sua pubblica assenza; privatamente confinata nel contatto quotidiano e esclusivo con le materie, la donna oggi pone tutta sé stessa in un mondo derealizzato nei meccanismi ripetitivi. Le nuove forme di poesia sono la riappropriazione di ciò che lei, insieme con l’uomo, ha elaborato dalle sedi primarie dell’esistenza, il linguaggio”.
“Materializzazione del linguaggio”, questo era il titolo della storica mostra del ‘78, non fu un caso isolato. Già dai primi anni ’70, e successivamente per oltre 30 anni, Mirella Bentivoglio curò esposizioni dedicate alle donne.

Historie d’E, titolo preso in prestito ad una sua mostra londinese del 1988, vuole, a oltre trent’anni di distanza, rendere omaggio a questa grande artista e curatrice italiana.
Il progetto è articolato in due mostre: la prima, “Between language and image”, presenta lavori di Poesia Concreta, di Poesia Visiva e documenta le sperimentazioni di visualizzazione del suono; la seconda invece, “Between language and object”, pone l’accento sulla ricerca e la sperimentazione tridimensionale, scultorea, raggiunta da queste donne attraverso un processo catartico di sdoganamento della dimensione domestica “che fu per molti secoli il loro regno e la loro prigione” (M. Bentivoglio)

ARTISTE: Mirella Bentivoglio, Francesca Cataldi, Nedda Guidi, Elisabetta Gut, Maria Lai, Rosanna Lancia, Gisella Meo, Patrizia Molinari, Renata Prunas, Anna Maria Sacconi, Alba Savoi, Maria Jole Serreli, Franca Coen Sonnino

ROMA: Spazio indipendente Lettera_E dal 10/12/2021  al 10/01/2022


ATENE: Gramma_Epsilon dal 30/11/2021 al 12/02/2022

Histoire d’E – part 1

Between language and image

A Roma e ad Atene si svolge in contemporanea Histoire d’E, mostra curata da Paolo Cortese e Francesco Romano Petillo, che vuole rendere omaggio a Mirella Bentivoglio nel suo duplice ruolo di curatrice e artista..

Histoire d’E narra storie di donne, di amicizie, di legami e di separazioni. Racconta di come negli anni ‘70, le artiste donne abbiano iniziato a scrivere la loro storia indipendente; di come il totale disinteresse da parte del mercato permise loro di sperimentare in piena libertà.

Testimonia Francesca Cataldi: “La profonda ingiustizia che subivamo all’epoca si rivelò in realtà una grande opportunità e, da una prospettiva storica, fu la nostra fortuna”.

In Italia fu Mirella Bentivoglio ad accendere i riflettori su questa discriminazione generalizzata raccogliendo, in una rassegna curata per la Biennale di Venezia del 1978, oltre 80 artiste provenienti da tutto il mondo che lavoravano tra linguaggio e immagine.
Spiega Bentivoglio nel catalogo: “Smaterializzata in passato nella sublimità astratta della sua pubblica immagine, parallela alla sua pubblica assenza; privatamente confinata nel contatto quotidiano e esclusivo con le materie, la donna oggi pone tutta sé stessa in un mondo derealizzato nei meccanismi ripetitivi. Le nuove forme di poesia sono la riappropriazione di ciò che lei, insieme con l’uomo, ha elaborato dalle sedi primarie dell’esistenza, il linguaggio”.
“Materializzazione del linguaggio”, questo era il titolo della storica mostra del ‘78, non fu un caso isolato. Già dai primi anni ’70, e successivamente per oltre 30 anni, Mirella Bentivoglio curò esposizioni dedicate alle donne.

Historie d’E, titolo preso in prestito ad una sua mostra londinese del 1988, vuole, a oltre trent’anni di distanza, rendere omaggio a questa grande artista e curatrice italiana.
Il progetto è articolato in due mostre: la prima, “Between language and image”, presenta lavori di Poesia Concreta, di Poesia Visiva e documenta le sperimentazioni di visualizzazione del suono; la seconda invece, “Between language and object”, pone l’accento sulla ricerca e la sperimentazione tridimensionale, scultorea, raggiunta da queste donne attraverso un processo catartico di sdoganamento della dimensione domestica “che fu per molti secoli il loro regno e la loro prigione” (M. Bentivoglio)

ARTISTE: Marilla Battilana, Mirella Bentivoglio, Tomaso Binga, Betty Danon, Chiara Diamantini, Anna Esposito, Amelia Etlinger, Fernanda Fedi, Elly Nagaoka, Giustina Prestento, Greta Schödl, Chima Sunada, Anna Torelli

ROMA: Spazio indipendente Lettera_E dal 15/9  al 15/10/2021


ATENE: Gramma_Epsilon dal 30/9 al 25/11/2021

A proposito di E

Le strutture simboliche della Bentivoglio nascono strettamente dalla pratica di simbolizzazione del linguaggio e dalle sue implicanze di correlazioni semiologiche.
“A livello grafico” precisa Mirella, “le E sono nate nel ’73. E = congiunzione è un testo di quell’anno con una struttura labirintica formata da “E” congiunte. Dal ’77 ho cominciato a usare le E in tre dimensioni; e dal ’78 in grande misura con proposte di inserimento nel contesto urbano. (…) La E è il rapporto, la pluralità. “O” è “Oppure”. “E” è “Anche”. L’uovo è l’alternativa femminista, le E sono il risultato di un rapporto aperto e paritetico, tra tutto ciò che è complementare”. La “E” è la prosecuzione “liberata” della H, che nel mio mondo di segni rappresentava la chiusura, la biforcazione e il dividendo, il logos come sistema auto funzionante. In HO (Io ho) le H erano tante, e formavano una gabbia; la O era sola. Le E sono tante, come erano le H, ma non formano gabbie”.

Un saluto a Bruno

Il 1 febbraio ci ha lasciati Bruno Conte, artista delicato e raffinato, ma al tempo stesso concreto, uomo di poche parole e di profonda umanità; di lui mi avevano colpito la discrezione, l’acutezza, la capacità di percepire e di mettere in luce aspetti non evidenti agli occhi di tutti. C’eravamo conosciuti nel 2006 tramite Mirella Bentivoglio e di lì a poco avevamo organizzato nella nostra galleria la mostra PAGINE IMMAGINE (M.Bentivoglio, B.Conte, E.Villa). In quell’occasione tenne, con Mirella, una spiegazione del suo lavoro e della Poesia Visiva, catturando il pubblico con la sua pacata eloquenza. Voglio ricordarlo qui con una sua poesia scritta negli anni ’60

Il mattino la schiuma del sapone sul mento
proponimenti per l’avvenire seguendo le pieghe della schiuma
poi la scrivania, il pranzo, il pomeriggio che è una fotografia del pomeriggio
la sera dinnanzi allo schermo luminoso
e tutto il guscio è ormai concluso.

A Tomaso Binga il Premio Elio Pagliarani alla carriera

Il 24 novembre si è svolta la 6° edizione del Premio Nazionale Elio Pagliarani. Questa prestigiosa istituzione, guidata da Cetta Petrollo Pagliarani, da anni persegue lo scopo di promuovere e valorizzare, nello spirito sperimentale del poeta romagnolo, la scrittura poetica e la ricerca letteraria che dimostrino qualità creative ed espressive originali nell’innovazione linguistica. Il premio speciale alla carriera quest’anno è stato conferito a Tomaso Binga per la sua opera di poeta e artista. Come sempre il premio consiste in un’opera d’arte originale del nostro tempo, in questa occasione un’opera di Mirella Bentivoglio, donata dalle eredi dell’artista rappresentate da Paolo Cortese, curatore dell’archivio.

Il premio Pagliarani, articolato nelle sezioni Poesia edita, Poesia inedita, ha visto in quest’edizione tra i finalisti: Aldo Nove, Laura Cingolani, Laura Accerboni, Mauro Barbetti, Francesca Gironi. I vincitori sono stati: Aldo Nove per la sezione Poesia edita (Einaudi), e Mauro Barbetti per la sezione Poesia inedita.

Le Parole che ho detto

Dal 7 al 17 Marzo 2020 Mancaspazio ospita una personale di Antonio Del Donno, curata da Chiara Manca e Paolo Cortese. Si tratta di una serie di lavori su carta, alcuni degli anni ’70, in gran parte inediti.

L’artista beneventino, legato alla Pop Art americana e al concettualismo italiano, realizza opere che offrono al vasto pubblico una serie di messaggi immediatamente leggibili, sintetici, quasi imperativi.

Nelle sue opere è sempre presente una propaganda contro il consumismo e la superficialità, attraverso le parole dei Vangeli, che prima prima in forma di libro in legno e poi su carta, caratterizzano la sua poetica dagli anni Settanta.

Del Donno non ha mai esposto in Sardegna, sembrava pertanto doveroso omaggiare anche nell’Isola un artista così significativo per il panorama artistico nazionale ed internazionale, le cui opere oggi sono esposte in permanente ad esempio, nella Sala Contemporanea dei Musei Vaticani, al Los Angeles Country Museum, al Museo Espanolo de Arte Contemporaneo di Madrid, alla Biblioteca Centrale Nazionale di Firenze, al Museum of Modern Art di New York e Oxford e alla Columbia University solo per citarne alcuni.

La mostra è stata realizzata in collaborazione con l’Archivio Antonio Del Donno e il suo Direttore Alberto Molinari, è curata da Chiara Manca e Paolo Cortese, il catalogo è stato realizzato da Sara Manca con fotografie di Nelly Dietzel e le traduzioni in inglese dei testi di Shahrazad Hassan.