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Threading Spaces

Nedda Guidi, Elisabetta Gut, Maria Lai, Franca Sonnino. Repetto Gallery, Londra, 2019

Per la prima volta vengono esposti a Londra lavori di Nedda Guidi, Elisabetta Gut, Maria Lai e Franca Sonnino, quattro artiste protagoniste della scena artistica romana a cavallo degli anni ‘70 e ‘80. Il filo, strumento da sempre collegato al mondo femminile e al gesto del cucire, costituisce il trait d’union tra le quattro artiste presentate. Il catalogo della mostra si avvale del contributo della storica dell’arte Franca Zoccoli.

Nedda Guidi, Convergenze, divergenze, 1972

Nedda Guidi utilizza, in maniera sperimentale, il filo per raggiungere la terza dimensione che è propria della scultura. In queste rare carte degli anni ‘70, come nei grandi pannelli in ceramica degli stessi anni, la scultrice umbra indaga le molteplici possibili intersezioni tra piani e il rapporto di esse con l’ombra.

Maria Lai, Senza titolo, 1979

Maria Lai sin dagli anni ‘60 utilizza il filo come strumento privilegiato del suo operare, come simbolo del dialogo, della narrazione, della memoria, del passaggio dall’oralità alla scrittura. Gli anni ‘70 sono anni di sperimentazione e la Lai usa il filo per scrivere lettere che dopo essere state fotocopiate saranno oggetto di un ulteriore intervento minimale.

Elisabetta Gut, Andante (Pagina poetica), 1979

Elisabetta Gut aveva già negli anni ‘60 utilizzato il filo per ricamare inserti minimali su grandi tele dipinte di bianco, quasi a voler ricomporre con grazia femminile i tagli inferti alla superficie. Nella produzione successiva, l’artista italo-svizzera lavora in una dimensione più intimista, usando il filo per realizzare “pagine poetiche”: piccoli pacchetti confezionati con pagine di poesia o di musica, fantasiosi strumenti musicali e scritture cancellate.

Franca Sonnino, Tondo italiano n.2, 2000

Franca Sonnino esordisce nei primi anni ‘70 dipingendo fitti reticoli, moltitudini di linee che si intrecciano come trame, ma ben presto il filo si affranca dalla dimensione di mero oggetto della sua arte per diventarne l’artefice. Dalla fine degli anni ‘70, infatti, userà il filo per modellare con coraggio mari, campi, grattacieli, libri e librerie.

Lo spazio della fragilità tra luce, musica e poesia, Bologna Arte Fiera, Bologna, 2020

La proficua collaborazione con la Repetto Gallery ha avuto un seguito con altri progetti curatoriali all’interno di importanti fiere internazionali come Artissima a Torino, Miart a Milano e Artefiera a Bologna.