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Biennale 1978

MATERIALIZZAZIONE DEL LINGUAGGIO

Nel 1971 Mirella Bentivoglio organizza l’Esposizione Internazionale di Operatrici Visuali al Centro Tool di Milano, prima mostra dedicata ad artiste visuali donne. Il suo lavoro sul tema è ufficializzato istituzionalmente nel 1978 con l’invito a curare la mostra Materializzazione del linguaggio alla Biennale di Venezia, mentre Giulio Carlo Argan la invita a redigere la voce “Poesia Visiva” per il Supplemento all’Enciclopedia Universale dell’Arte (Unedi, Fondazione Cini). La mostra veneziana sancisce il suo lavoro critico e diventa un elemento-cardine, oltre che un apripista a livello storico, delle esposizioni votate al mondo artistico femminile. Vi sono invitate 80 artiste operanti nel campo della poesia visuale e vengono esposte 154 opere tra poesie, illustrazioni e libri d’artista. Presenti in mostra: Katalin Ladik, Patrizia Vicinelli, Christina Kubisch, Varvara Fyodorovna Stepanova, Mirella Bentivoglio, Irma Blank, Chiara Diamantini, Maria Lai, Annalisa Alloatti, Tomaso Binga, Regina, Gisella Meo, Carla Vasio, Paula Claire, Sonia Delaunay, Betty Danon, Agnes Denes, Neide Dias de Sà, Lia Drei, Anna Esposito, Maria Ferrero Gussago, Ilse Garnier, Natalia Gončarova, Luisa Gardini, Elisabetta Gut, Ana Hatherly, Janina Kraupe, Pat Grimshaw, Micheline Hachette, Mira Schendel, Liliana Landi, Lucia Marcucci, Silvia Mejia, Anna Oberto, Rochella Cooper, Amelia Etlinger, Sylvie Fauconnier e altre artiste italiane e internazionali.

Spiega il catalogo: “Smaterializzata in passato nella sublimità astratta della sua pubblica immagine, parallela alla sua pubblica assenza; privatamente confinata nel contatto quotidiano e esclusivo con le materie, la donna oggi pone tutta sé stessa in un mondo derealizzato nei meccanismi ripetitivi. Le nuove forme di poesia sono la riappropriazione di ciò che lei, insieme con l’uomo, ha elaborato dalle sedi primarie dell’esistenza, il linguaggio”.

Con la curatela di circa trenta mostre al femminile nel mondo, Mirella Bentivoglio indaga tematiche specifiche sull’uso del linguaggio, come ad esempio il tema dell’utilizzo del filo nelle opere delle artiste. Presentata come evento collaterale alla Biennale di Venezia del 1978, la mostra ottiene una vasta risonanza internazionale e approda nel 1979 alla Columbia University di New York, dov’è presentata con il titolo From Page to Space.

Artissima 2019

Three Approaches to Poetry

Mirella Bentivoglio, Amelia Etlinger ed Elisabetta Gut si collocano a pieno diritto nella corrente della Poesia Visiva, l’ultima avanguardia storica, sebbene all’interno di essa abbiano sviluppato poetiche proprie molto peculiari.

Amelia è colei che ha attaccato sul suo frigorifero un biglietto con su scritto “L’Arte è nemica della Poesia”. I suoi lavori di mail art più intensi sono frutto di un’ispirazione talmente intima e privata che il destinatario, per aprirli, non ha altra scelta che distruggerli.

Elisabetta invece è prima di tutto un’artista. Negli anni ’70 approda alla Poesia Visiva nella quale finalmente trova la possibilità di esprimere in totale libertà, tutti i sentimenti che le vengono suggeriti dall’ascolto di musica classica o jazz, dalla lettura di poesie ma anche dall’osservazione della natura. La padronanza del mezzo tecnico espressivo le permette di muoversi in maniera disinvolta, coniugando in modo impeccabile effetti di spinto lirismo e rigore formale.

All’opposto, l’approccio di Mirella è profondamente concettuale. Alla base del suo lavoro c’è una ricerca semiologica che la porta a lavorare su alcuni segni archetipici diventati poi negli anni i suoi tratti distintivi. A differenza di Gut ed Etlinger, nelle opere di Bentivoglio si percepisce una costante spinta verso la dimensione concreta e oggettuale quasi fino a voler riscrivere con la pietra il paradigma “verba volant”.

Tre modi, quindi, di fare poesia, intima, lirica e oggettuale, che ancora oggi le contraddistinguono destando stupore e ammirazione.

Paolo Cortese