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MIRELLA BENTIVOGLIO

Ho conosciuto Mirella Bentivoglio nel 2007, mentre organizzavo una mostra su Shu Takahashi. Mi chiamò perché possedeva un’opera dell’artista giapponese e voleva venderla, così andai a trovarla. La cosa che mi colpì maggiormente fu la sua estrema vitalità. Mi mostrò velocemente l’opera di Takahashi e poi si mise a parlare del suo lavoro. Iniziò così un’amicizia che ha molto influenzato il mio modo di vedere l’arte e non solo.

Inaugurazione della mostra I silenzi di Anna Torelli, 2008

Mirella Bentivoglio nasce a Klagenfurt nel 1922 da genitori italiani. Autrice fin dalla prima giovinezza di libri di poesie in italiano e in inglese, in seguito sente il richiamo dell’uso congiunto di linguaggio verbale e immagine, legandosi alle neoavanguardie verbovisive internazionali della seconda metà del Novecento. La sua ricerca si incentra sul rapporto, giocoso o inquietante, tra linguaggio e immagine che elabora in forma di poesia oggettuale, installazioni e performance, dove ricorrono simboli quali l’uovo, il libro, l’albero.

Il libro-oggetto è uno dei temi centrali della sua produzione artistica e critica. La sua ampia cultura e profondità di visione le consentono di indirizzare gli sviluppi delle sperimentazioni sul tema, intervenendo anche a supporto del lavoro di altri artisti. Mirella Bentivoglio, infatti, diviene presto il punto di riferimento di una nutrita schiera d’artisti, ma soprattutto artiste, operanti in Italia e all’estero a partire dagli anni Sessanta.

Nel 1978 cura per la Biennale di Venezia la mostra Materializzazione del linguaggio, dove espone lavori di 80 artiste, italiane e straniere, la cui ricerca si concentra sul rapporto tra linguaggio e immagine. A distanza di decenni questa rassegna resta un unicum che ci regala una visione d’insieme sullo stato dell’Arte al Femminile degli anni Settanta, sicuramente ai margini dell’establishment e del mercato, ma proprio per questo capace di esprimere totale libertà e sperimentazione autentica.

Autoritratto in auto (e fuori), 2004

Come spiega la Bentivoglio nel catalogo della mostra, “la poesia della donna tende spesso alla specularità, circolarità, complementarietà, primarizzazione sottile o violenta. E se è vero che nel suo risultato finale l’espressione poetica, di uomo o di donna che sia, è sempre totale, ermafrodita, è anche vero che il raggruppamento di molte opere provenienti da tempi e da luoghi disparati evidenzia certe costanti di scelte e di procedimenti.”

Con Leonetta Bentivoglio ai Frigoriferi Milanesi durante la mostra Il soggetto imprevisto. 1978 Arte e Femminismo in Italia, 2019

Da forte a pianissimo, 1980
Catalogo mostra Materializzazione del linguaggio, Magazzini del Sale alle Zattere, Venezia, 1978
Fou/lard (Il foulard folle), 1971
Strutture simboliche – E, mutilazione per accentuazione, 1978

Quando Mirella arriva alla galleria Cortese & Lisanti, portando questo enorme bagaglio di esperienze, nasce una collaborazione proficua che imprime una direzione nuova e inaspettata al mio lavoro. Tra il 2007 e il 2011 Mirella Bentivoglio ha partecipato a numerose mostre della galleria, sia come curatrice che come artista, portando nomi di rilievo come Franca Sonnino, Elisabetta Gut, Antonio Del Donno, Bruno Conte, Emilio Villa, Gisella Meo, Anna Torelli, Chima Sunada, Toni Bellucci, Giustina Prestento e Chiara Diamantini.

Dopo la sua morte, avvenuta a Roma nel 2017, ho rinnovato il mio impegno nella promozione della sua opera coadiuvando la famiglia attraverso la creazione e gestione di un archivio digitale, di un sito web, del suo profilo Instagram ufficiale, la gestione delle autentiche e la cura dei rapporti con l’esterno.

Pannello per finestra di città. Addio (agli alberi), 1971