Il libro oggetto, anche detto “non libro”, è un libro che ha perduto la sua funzione di veicolo di linguaggio, trasformandosi esso stesso in messaggio. Dunque il libro, svuotato del linguaggio verbale, è rivitalizzato come simbolo e in quanto tale comunica con l’inconscio dell’uomo, rifacendosi all’archetipo maschile del Logos (linguaggio o legge).
Presso la Galleria Cortese & Lisanti Mirella Bentivoglio ha curato importanti mostre sia personali che collettive sul tema del libro oggetto, culminate nel 2010 con la grande mostra Venti libristi, in cui ha chiamato a raccolta venti esponenti italiani dell’area concettuale e verbo-visuale, tra cui Franca Sonnino, Elisabetta Gut, Antonio Del Donno, Bruno Conte.
Nel 2023 ho curato ad Atene a Gramma_Epsilon Gallery, la mostra Books as Art esponendo oltre 40 libri oggetto realizzati da donne artiste.
In Italia Mirella Bentivoglio è stata la massima esponente del libro oggetto. Come molte artiste e artisti a lei contemporanei predilige questo medium per fare arte dove significante e significato si fondono per diventare altro. Mirella Bentivoglio individua le origini del libro oggetto in Contemplazioni di Arturo Martini, un libro “scritto” nel 1918, il cui contenuto è costituito esclusivamente da scritture asemantiche.
In seno al futurismo queste sperimentazioni assumono maggiore rilievo, con Depero che nel 1927 realizza il Volume imbullonato, e Marinetti e Tullio d’Albisola che realizzano nei primi anni Trenta i libri in latta futuristi. Seguiranno le sperimentazioni di dadaisti e surrealisti, fino a un’esplosione della produzione artistica all’inizio degli anni Sessanta.
“Libristi, ossia artisti che si ispirano alla forma e al significato del libro. Molte opere di questa mostra sono esempi storici, che sono stati esposti nelle più prestigiose sedi museali. Per la maggior parte sono pezzi unici, ma insieme ad esemplari di stretta numerazione. Sommano in sé due universi: quello del Logos, il linguaggio, che rappresentano nella loro forma, e quella di Mater, la materia, che celebrano nella loro sostanza. Due contrapposte dimensioni, che si fondono in singolari, comunicative e silenziose testimonianze poetiche”
Mirella Bentivoglio